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Fin dal 1802 i deputati della erigenda Collegiata proposero l'erezione di un ospedale, menzionato nella bolla di istituzione della Collegiata del 1° luglio 1823. Nel 1819 un generoso benefattore offrì al Comune una somma consistente da impiegare nella costruzione dell'ospedale. Il Comune destinò la superficie e le adiacenze della soppressa chiesa di San Rocco. La prima pietra fu posta con rito solenne, il 18 settembre, dal cardinale Testaferrata, vescovo di Senigallia, che donò 50 scudi nel 1826 ed altri 150 il 28 luglio 1828, destinati alla ristrutturazione dell'edificio. L'ospedale disponeva di un reddito annuo, proveniente dalle quattro dotazioni annuali alle nubili, concesso dai fratelli della venerabile Compagnia della Presentazione in beneficio dei malati poveri che vi dovevano essere ospitati, concessione autorizzata dal pontefice Leone XII con rescritto del 26 dicembre 1826, per dieci anni. I fratelli della venerabile Compagnia della Presentazione si riservarono il diritto sull'amministrazione dei beni, affidata a due deputati della nuova Congregazione. I malati cominciarono ad esservi ricoverati dall'aprile del 1828. Un regolamento fu compilato per ordine del vescovo fin dal 1828, approvato nel 1832. L'ospedale era diretto da una congregazione detta del Venerabile ospedale, composta da un rappresentante del Comune, dal concittadino Monti (era stato designato dal benefattore che aveva donato all'ospedale una cospicua somma), e dai suoi eredi, da due canonici, deputati dal Capitolo e da deputati della Congregazione della Presentazione. Vi lavoravano un segretario, un economo e due ospedalieri, un uomo addetto al servizio dei pazienti ed una donna addetta al servizio delle pazienti. Essi dovevano aver cura dei malati, prestavano loro assistenza, dispensavano il vitto giornaliero. L'ospedale accoglieva i malati del paese e suo territorio, muniti della fede compilata dal parroco, comprovante la loro condizione di miserabilità, e della fede compilata da un medico che attestava la malattia. In casi straordinari poteva essere accolto anche un malato che non risiedesse nel territorio, in questo caso era necessario il beneplacito della Congregazione.
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L'ospedale venne amministrato dalla Congregazione di carità di Ostra Vetere insieme ad altre opere pie del territorio. Con decreto del Presidente della repubblica del 6/06/1939, furono distaccate dall'Ente comunale di assistenza di Ostra Vetere le opere pie che si occupavano di assistenza specifica: Ospedale civile "Canova" e Casa di ricovero "Federico Marulli" e raggruppate nell'amministrazione degli Istituti riuniti di beneficenza.
L'ospedale civile seguì, poi, un iter diverso rispetto alle altre opere pie locali. A seguito della legge 12 febbraio 1968 n. 132 venne dichiarato ente ospedaliero, cessando di essere ricompreso tra le IPAB. Nel 1981, con decreto del presidente della giunta regionale n. 1198 del 31 marzo, venivano assegnate all'Unità sanitaria locale n. 8 di Senigallia, istituita con l.r. 12/03/1980 n. 10, le competenze degli enti ospedalieri disciolti di Senigallia, Ostra Vetere, Ostra e Corinaldo. La deliberazione n. 735 del 23 agosto 1982 rilevava la "Ricognizione dei posti letto nel comprensorio della USl n.8": nell'ospedale di Ostra Vetere era attivo il reparto di chirurgia generale con 40 posti letto. L'Ospedale venne chiuso intorno alla metà degli anni Ottanta e trasformato in Centro residenziale sanitario con 20 posti letto. Intorno agli anni Novanta veniva chiuso anche il servizio di Pronto Soccorso con ambulanze, dopo l'istituzione del Servizio Misa Soccorso presso l'Ospedale di Senigallia e di una seconda postazione presso Arcevia.
L'Azienda unità sanitaria locale n. 4 di Senigallia fu istituita con l.r. 28/06/1994, accorpando l'ex Unità sanitaria locale n. 8. Si articolava in due distretti: quello di Senigallia ed il distretto Misa-